07 aprile - 21 maggio 2023
San Micheletto
Le lettere di Elisa: così governava la Principessa di Lucca
Carte, penne e ritratti del governo di Elisa. Apre al pubblico venerdì 7 aprile, Le lettere di Elisa: così governava la Principessa di Lucca, la mostra a cura di Roberta Martinelli nella sala dell’affresco al piano terra del complesso di San Micheletto, sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, che invita a scoprire un copioso carteggio tra la principessa di Lucca Elisa Bonaparte Baciocchi e diversi esponenti del governo napoleonico, oltre ad offrire suggestioni e conoscenza della storia dello scambio epistolare nel periodo del Principato lucchese e del Granducato di Toscana attraverso oggetti d’arredo, strumenti e carte filigranate. Due i momenti espositivi offerti dalla mostra, a ingresso libero, su cui i visitatori potranno soffermarsi: i corrispondenti, ovvero le figure storiche protagoniste del carteggio di Elisa, costituito da un plico di oltre 200 lettere da poco acquistato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca in quanto documento storico e fonte primaria sul decennio elisiano, e la scrittura con i suoi strumenti: un focus su carta, inchiostro e tutto il necessario per governare un Paese prima dell’avvento della posta elettronica. “Con Elisa c’è sempre l’opportunità di fare un viaggio affascinante tra storia, arte e quotidianità” sottolinea Raffaele Domenici, Vicepresidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca. “Questa mostra, in particolare, valorizza la recente acquisizione del carteggio elisiano da parte della Fondazione e consente una full immersion nel contesto di una congiuntura politico-sociale cruciale per i destini dell’Europa e di singolare importanza per i risvolti in ambito locale: uno spaccato che trova in questa esposizione una narrazione agile, inclusiva e di grande valore comunicativo.” “Partendo dalle diverse tematiche affrontate nelle lettere – spiega la curatrice Roberta Martinelli, già direttore dei Musei Nazionali delle Residenze Napoleoniche dell’isola d’Elba e presidente dell’associazione ‘Napoleone ed Elisa: da Parigi alla Toscana’ – la mostra intende presentare uno spaccato della vita politica e sociale quale si svolgeva nei primi anni dell’Ottocento. La ricchezza degli argomenti trattati nella corrispondenza è tale da stimolare un approccio storico-critico capace di illustrare le più varie dinamiche e problematiche di un’epoca giustamente considerata un passaggio cruciale nella formazione della società moderna”. Una carrellata di personaggi, nelle molte riproduzioni di opere originali custodite a Versailles, accoglierà i visitatori nella prima parte dell’esposizione. Si tratta dei corrispondenti della principessa, con le loro storie e il loro legame con la città, che potremo osservare accanto ai messaggi che hanno inviato qui a Lucca oltre 200 anni fa. Tra di essi, una particolare attenzione viene accesa su Regnault, considerato l’eminenza grigia di Napoleone, personaggio di primo piano la cui moglie tiene uno dei salotti più importanti (e scandalosi!, a dire di Napoleone) di Parigi; è lui il filtro tra Napoleone e la famiglia imperiale: la sua funzione consiste nell’occuparsi degli affari privati dei suoi membri e di riferirne all’imperatore in tempo reale. Nel carteggio oggetto della mostra, oltre la metà è costituita da missive tra Elisa Bonaparte e il ministro su aspetti del governo del principato e dell’etichetta imperiale. Alcune lettere sono state spedite a Lucca, per conto dell’imperatore, oltre che da Parigi, anche dalle residenze imperiali di Rambouillet, Fontainebleau, Compiègne. Mentre Elisa scrive da Palazzo Ducale, dalla Villa Imperiale (oggi Reale) di Marlia, Firenze, Livorno, Pisa, Siena e Bagni di Lucca. Nella seconda sezione, spazio all’arte della scrittura epistolare e ai suoi strumenti: il ruolo di protagonista è di un calamaio in mogano e bronzo di grande raffinatezza, appartenuto alla principessa Elisa Bonaparte Baciocchi e proveniente dalla Villa Reale di Marlia, prestato dal Museo Napoleonico di Roma. Nella stessa sezione si trova un nécessaire da viaggio per la scrittura completo di carta, inchiostri, penne, polvere per asciugare, agenda settimanale dell’epoca, appartenuto a Maria Luisa d’Austria, che viene dalla Fondazione Museo Glauco Lombardi di Parma. Praticamente un notebook dell’epoca. Accanto agli oggetti, riproduzioni di quadri dei primi anni dell’Ottocento che raffigurano donne e uomini nell’atto del mandare “mail”. Tra questi Madame De Genlisse, pedagogista che seguiva l’educazione di Napoleona Elisa. Uno spazio importante di questa sezione è dedicato alla produzione e allo studio delle filigrane sulle quali le lettere sono state vergate: la loro provenienza spazia dalla Lucchesia a tutta Europa. La filigrana, o carta filigranata, è un segno grafico o simbolico visibile in controluce nella carta grazie al deposito di una quantità diversa di fibre, realizzato durante la fabbricazione della carta. “La mostra è stata concepita come una occasione per conoscere dall’interno le complesse questioni di una fase di transizione che ebbe nel principato elisiano di Lucca uno dei luoghi in cui le tecniche di governo imposte dai nuovi tempi vennero applicate con più lucidità e determinazione. Fino al punto da risultare l’esito di una strategia modernizzatrice che ebbe nella Principessa una guida intelligente ed avveduta. Di questa strategia l’iniziativa più innovatrice e più destinata a lasciare un evidente segno nella città, riguardò la trasformazione urbanistica di Lucca che fu concepita secondo il modello di Parigi. Il carteggio mette in luce proprio questo collegamento esplicitando come l’intervento di maggior consistenza quale fu la realizzazione della grande piazza di fronte al Palazzo, venisse attentamente seguito dagli architetti che operavano a Parigi”, spiega la curatrice, Roberta Martinelli. “Capace di governare gli affari pubblici – prosegue Roberta Martinelli – Elisa si dimostrava anche avveduta nel trattare gli affari privati. Lo dimostrava la vicenda dell’antico palazzo Vaudreil, situato in rue de la Chaise nel faubourg Saint-Germain, da lei acquistato nel 1803 al prezzo di 130.000 franchi, e rivenduto cinque anni più tardi, dopo alcuni abbellimenti e ampliamenti, alla ragguardevole cifra di 800.000 franchi”. “Dalla fitta trama epistolare che ha impegnato Elisa dall’agosto 1807 al febbraio 1813 emerge con il ruolo di suo interlocutore a Parigi la figura di Michel-Louis-Ètienne Regnault de Saint-Jean d’Angély. Di questo personaggio si ignoravano i rapporti che aveva intrattenuto con la Principessa. Collaboratore di Napoleone sin dal tempo della Prima Campagna d’Italia, Regnault ne era diventato uno dei consiglieri più stretti tanto da essere considerato come la sua “eminenza grigia”. Il 9 agosto 1807 aveva raggiunto, con la nomina di “Segretario di Stato della Famiglia Imperiale”, il vertice del sistema napoleonico. Da quella posizione poteva assolvere al ruolo di tramite diretto tra la Principessa ed il fratello ed ugualmente poteva fornire ad Elisa le sue competenze per dare soluzioni ai vari problemi che era chiamata ad affrontare. Ruolo di assoluta importanza anche per ricostruire le dinamiche del governo di Elisa che se fino ad oggi era stato ignorato ottiene la sua corretta valutazione proprio dalla conoscenza dell’epistolario acquisito dalla Fondazione. Sotto questa luce, Le lettere di Elisa: così governava la Principessa di Lucca si inserisce degnamente nel più vasto scenario degli studi napoleonici arricchendoli di un capitolo che vede come protagonista una donna che seppe esprimere le sue notevoli doti governando e trasformando una città che ancora oggi esibisce i segni della sua opera”. “Il carteggio è stato acquistato dalla casa d’aste Osenat, una delle più importanti di Parigi, che ha un settore specifico dedicate all’Impero – aggiunge Martinelli – tanto da aver venduto il cappello di Napoleone nel settembre 2021 per 1,2 milioni di euro. Si tratta di un carteggio ricco di notizie che riguardano un momento di grande sviluppo della città per opera di Elisa Bonaparte Baciocchi: va precisato che non si trovano facilmente oggetti direttamente collegabili alla sua vita o alla sua opera. Con questa iniziativa la Fondazione ha assicurato al patrimonio documentario lucchese un materiale di notevole valore storico-culturale”. Si tratta di 233 missive che coprono un arco cronologico dall’agosto 1807 al febbraio 1813; sono composte da uno sino a un fascicolo di fogli, alcune riguardanti direttamente Lucca e in particolare piazza Grande, il monumento a Napoleone, il ministro Froussard e la sua casa nei pressi della nuova porta aperta nelle mura, il commercio e l’agricoltura lucchesi e in particolare l’olio di Lucca, oltre a una relazione sul Senato Lucchese: si tratta della prima riunione di Felice Baciocchi con il senato lucchese. Tutte le lettere, alcune composte da più fogli, sono state trascritte personalmente da Bernard Chevallier, direttore onorario dei Musées Nationaux de Malmaison et Bois-Préau, massimo esperto di storia napoleonica a livello internazionale. Di Chevallier sono anche due saggi nel catalogo dell’esposizione, oltre a contributi di Paolo Bertoncini Sabatini, Roberto Valeriani, Elisa Tittoni, Francesca Sandrini, Massimiliano Bini, Monica Guarraccino.